La prima occasione di intervento palladiano nella capitale lagunare è la progettazione di una nuova facciata per la chiesa di San Pietro di Castello, cattedrale patriarcale di Venezia. Al prestigioso incarico Palladio giunge probabilmente grazie a Daniele e Marcantonio Barbaro, che risultano garanti del contratto con i muratori nel gennaio del 1558.
La morte del committente, il patriarca Vincenzo Diedo, provoca l’arresto del cantiere a due anni dall’inizio dei lavori, che riprenderanno alla fine del secolo sotto la direzione di Franceso Smeraldi.
La facciata attuale quindi non riprende esattamente il progetto palladiano, ma è fedele alle sue linee essenziali, in particolare al tema fondamentale dell’interazione fra un ordine maggiore corrispondente alla navata centrale e uno minore in relazione a quelle laterali, effettivamente realizzato in San Francesco della Vigna poco più tardi.
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